Mediaset prepara piattaforma europea digitale anche senza Vivendi

Un «torto assoluto» che potrebbe valere il 30% della capitalizzazione in Borsa di Mediaset e «nessun nuovo contatto» sarebbe in corso con Vivendi, anche se non viene rigettata la 'strada Telecom' per un accordo a tre. È un Pier Silvio Berlusconi che resta chiaro sullo scontro con il gruppo francese, ma che introduce una novità: il Biscione sta lavorando comunque alla piattaforma digitale europea alla base dell'acquisto di Premium da parte di Vivendi e «i partner naturali sono i broadcaster europei».Un profilo che non coinciderebbe con quello di Sky, con cui l'amministratore delegato del gruppo televisivo italiano comunque non esclude contatti anche «se nello specifico» non sarebbe Murdoch il partner per questa operazione. I nomi di chi potrebbe sostituire Vivendi nella creazione della piattaforma per contrapporsi a nuovi concorrenti alla Netflix sono quindi Itv o Channel 4 in Gran Bretagna, Pro Sieben in Germania (e Bertelsmann se l'editore decidesse di puntare a nuovi comparti), eventualmente Tf1 del gruppo Bouygues in Francia, mentre in Spagna Mediaset è già ovviamente 'coperta' da Telecinco. «L'idea della piattaforma europea era nostra e andiamo avanti», spiega Pier Silvio Berlusconi a margine della presentazione della serie televisiva sulla vita di Papa Francesco, i cui diritti per tutto il mondo tranne l'Europa sono stati acquisiti da Netflix, a dimostrazione che spesso nel settore televisivo e degli affari in generale con gli avversari spesso si fanno accordi. Potrebbe essere anche il caso di Vivendi, ma al momento i rapporti appaiono interrotti e Mediaset continua a chiedere l'esecuzione del contratto firmato in aprile. «Abbiamo subito un danno gravissimo e ancora oggi ci sfuggono completamente i motivi del loro rifiuto», aggiunge l'amministratore delegato del Biscione.Ma la primavera, quando è fissata la prima udienza nel Tribunale di Milano sulla causa per danni, è lontana e delle decisioni vanno prese, sia nella gestione ordinaria di Premium sia nella partecipazione alle cruciali aste per i diritti sulla Serie A e sulla nuova Champions league. Ecco perché la 'soluzione Telecom' non viene rigettata dai vertici Mediaset. «Le società telefoniche, e Telecom è già abbastanza in ritardo, oggi devono entrare nel mondo dei contenuti», risponde P.S. Berlusconi all'ipotesi che il gruppo Tlc possa partecipare a un accordo a tre con Vivendi per la gestione di Premium. Questa è la soluzione più gettonata tra gli analisti finanziari, seguita da vicino da una vendita a Sky a procedimenti giudiziari chiusi e commissioni Antitrust sia italiana sia europea opportunamente sondate. Ma intanto Mediaset sfoggia tranquillità, anche perché la raccolta pubblicitaria mostra segnali positivi. «A novembre è andata bene e chiuderemo l'anno con un bel più davanti», dice l'a.d. di Mediaset, aggiungendo che in un anno con Europei di calcio e Olimpiadi non trasmesse dalle reti del Biscione «avremo una crescita rispetto all'anno precedente: è una cosa mai successa prima».

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